Sono passati più di 100 giorni dal genocidio nella Striscia di Gaza. Ad oggi, più di 25.000 persone sono state uccise e migliaia sono ancora sepolte sotto le macerie. Quasi tutti gli abitanti della Striscia di Gaza, più di 2 milioni di persone, sono attualmente nel mezzo di una delle più grandi crisi umanitarie di questo secolo. Tutto questo non è che l’episodio più recente dello sfollamento forzato dei palestinesi da parte di Israele. Israele è stato sostenuto in questo sforzo dall’imperialismo occidentale per oltre 70 anni. In un’ulteriore escalation, gli imperialisti occidentali stanno bombardando alcune delle popolazioni più povere del mondo: in Siria, Libano, Iraq e ora nello Yemen. Le parole di Lenin riecheggiano in tutto il mondo: il capitalismo è un orrore senza fine.

Per milioni di persone in tutto il mondo, l’accusa del Sudafrica a Israele davanti alla Corte internazionale di giustizia (CIG) è una conferma a lungo attesa. Infine, le azioni di Israele e le intenzioni del governo sono esposte in un rapporto: la carestia deliberatamente provocata nella Striscia di Gaza, i massacri negli ospedali e nelle scuole, il blocco degli aiuti essenziali e i prossimi inimmaginabili orrori di questa guerra di sterminio.

Ma non dobbiamo farci illusioni! La CIG è e rimarrà un tribunale borghese. La sua funzione non è quella di porre fine al genocidio, ma solo di fornire una valutazione giuridica. Non fa altro che usare una copertura legale per nascondere la barbarie perpetrata in tutto il mondo, nell’interesse degli imperialisti. Nessun tribunale, nessuna ONU, nessuno Stato borghese è mai stato in grado di porre fine a massacri e pulizie etniche.

Abbasso i guerrafondai! Questa deve essere la nostra richiesta. Un appello alla classe dirigente e alle sue istituzioni non porrà fine alle sofferenze. Solo la lotta della classe operaia unita può metterli in ginocchio. È necessaria una campagna di massa che si radichi in ogni luogo, in ogni posto di lavoro, in ogni campus, utilizzando i metodi della lotta di classe come gli scioperi, le rivolte e le azioni dei lavoratori. Deve mirare al rovesciamento della nostra bellicosa classe dirigente e alla fine delle guerre e dell’imperialismo attraverso l’abolizione del capitalismo.

Il fatto che questa battaglia non sia ancora iniziata non è dovuto a una mancanza di spirito di lotta da parte della classe operaia e dei giovani. No, è dovuto al tradimento della leadership dei partiti e delle organizzazioni dei lavoratori. Le masse non hanno nessuno che guidi questa battaglia.

Questo è il nostro compito. Come comunisti dobbiamo essere i combattenti più determinati e decisi in questo movimento e non dobbiamo piegarci nonostante gli attacchi e le intimidazioni della classe dominante. Il nostro compito è quello di costruire una leadership rivoluzionaria radicata nella classe operaia e capace di indicare la strada da seguire: quella del rovesciamento del capitalismo e della liberazione della Palestina e dell’intera umanità.