L’attuale conflitto in Medio Oriente è una conseguenza diretta dell’escalation della repressione violenta contro i palestinesi. Questa è stata incoraggiata da Netanyahu,  capo del governo più reazionario della storia di Israele. La risposta dello Stato israeliano all’attacco di Hamas è stata brutale. Netanyahu ha dichiarato lo “stato di guerra”. Centinaia di palestinesi sono già stati uccisi e migliaia feriti nei bombardamenti di rappresaglia.

Ipocrisia imperialista

I governi dei Paesi imperialisti occidentali parlano oggi di “diritto di Israele a difendersi”. Biden, Macron e i leader riformisti, come Starmer in Gran Bretagna, si sono uniti in coro per condannare ipocritamente l’attacco a Israele. È significativo che però siano rimasti  in assoluto in silenzio per decenni di fronte alla brutalità israeliana.

Tutti tacciono completamente il fatto che, sotto la cinica supervisione di Netanyahu, è aumentata esponenzialmente la violenza dei coloni ebrei di estrema destra contro i quartieri palestinesi, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.

I tentativi dei giovani palestinesi di opporsi all’occupazione sono stati reciprocati dall’esercito israeliano con una violenza sproporzionata, sistematica e omicida: una successione infinita di attacchi e omicidi mirati che non ha fatto che aumentare, culminando nel violento attacco al campo profughi di Jenin a luglio. Il tutto mentre i coloni armati minacciavano la popolazione palestinese.

Per garantire la propria sopravvivenza politica, Netanyahu si è appoggiato ai sionisti di estrema destra. Il suo programma è quello di provocare una “nuova Nakba”, un’imitazione della pulizia etnica a grande scala della popolazione palestinese che portò alla proclamazione di Israele nel 1948. Ciò implica l’annessione della Cisgiordania, di Gerusalemme Est, delle alture del Golan e della Striscia di Gaza e l’espulsione dell’intera popolazione palestinese.

La colpa è dello Stato di Israele

Sono Netanyahu, i suoi sostenitori sionisti reazionari e gli imperialisti i veri responsabili dell’attuale escalation. Non si può privare un intero popolo dei suoi diritti democratici fondamentali, opprimerlo e umiliarlo, sottrargli sempre più parti delle sue terre, requisirne le abitazioni, derubare, arrestare e torturare la sua gente, senza provocare prima o poi una reazione violenta.

Questa repressione costante è sempre stata deliberatamente ignorata dai media internazionali. In Svizzera, i media borghesi intonano il coro della “insensata violenza dei palestinesi”.

Le stesse persone che oggi parlano di “terrorismo” sono rimaste in silenzio durante l’Operazione Piombo Fuso nel 2008-2009 e di nuovo durante l’Operazione Margine di Protezione nel 2014. In entrambe le occasioni, Israele ha ucciso migliaia di palestinesi e ne ha lasciati decine di migliaia senza casa, e questi sono solo alcuni esempi recenti.

Oggi la situazione viene presentata come se fosse una lotta tra due forze uguali. Questo è totalmente falso. È una lotta tra uno Stato imperialista potente e aggressivo e un popolo oppresso che si difende e afferma il proprio diritto di esistere come nazione.

Netanyahu ha preannunciato una “vendetta poderosa”. Ma se è possibile per Israele bombardare, strangolare, invadere e ridurre in macerie la Striscia di Gaza, come ha già fatto in numerose occasioni, sarà impossibile mantenerla sotto occupazione. Due milioni di persone non possono essere oppresse indefinitamente con mezzi puramente militari.

Il Presidente degli Stati Uniti Biden si è chiaramente schierato con Israele, senza menzionare il diritto dei palestinesi di opporsi all’oppressione israeliana. L’imperialismo statunitense è tanto responsabile della situazione attuale quanto i sionisti e Netanyahu, poiché difende sistematicamente Israele come bastione della “democrazia” (che non significa altro che “una risorsa importante per l’imperialismo statunitense in Medio Oriente”).

La prospettiva di un’invasione israeliana della Striscia di Gaza e di un’occupazione totale della Cisgiordania, che metterebbe il fuoco alle polveri sull’intero Medio Oriente, deve preoccupare i più seri strateghi imperialisti di Washington. Questa situazione è portatrice di sconvolgimenti rivoluzionari e d’instabilità sociale.

Intifada fino alla vittoria!

L’attuale crisi è in gestazione da molto tempo. Negli ultimi due anni, una nuova generazione di resistenza palestinese è emersa nella lotta contro l’occupazione della Cisgiordania. I venti di rivolta si sono alzati tra i giovani palestinesi, che vogliono passare all’azione. Hanno capito che le condanne verbali non bastano più. Infatti, solo l’iniziativa rivoluzionaria delle stesse masse palestinesi – in Cisgiordania, a Gerusalemme Est, a Gaza e persino in Israele – può portare alla vittoria la lotta contro l’occupazione. Anche le masse dei Paesi arabi avranno un ruolo decisivo in questa lotta, rovesciando i regimi reazionari e filo-imperialisti in Egitto, Arabia Saudita, Qatar, Giordania, ecc. Infine, la solidarietà internazionale dei giovani e dei lavoratori del mondo intero è di importanza cruciale, a condizione che non consista in astratti appelli alla “pace” e al “ritorno alla calma”. Decenni di risoluzioni ONU e di accordi internazionali non hanno fatto avanzare di un millimetro la causa della liberazione nazionale del popolo palestinese.

Noi diciamo:

  • No all’invasione e al bombardamento di Gaza!
  • No alle manovre imperialiste! La “pace” imperialista e gli accordi di Oslo non hanno apportato nulla ai palestinesi!
  • Per una rivolta di massa contro l’occupazione, su entrambi i lati della Linea Verde!
  • Per la fine dell’occupazione, il rilascio di tutti i prigionieri politici, la fine del furto di terra da parte dei coloni sionisti e la restituzione delle terre rubate!
  • Per la fine dell’oppressione e la parità dei diritti per tutti, indipendentemente dalla nazionalità o dalla religione!
  • Per una Federazione Socialista di tutta la Palestina, all’interno di una Federazione Socialista del Medio Oriente!
  • Intifada fino alla vittoria!

Cosa possono fare i comunisti per liberare la Palestina?

Come comunista in Svizzera, forse ti senti impotente di fronte alla sanguinosa campagna dell’imperialismo israeliano contro il popolo palestinese. Ma hai più potere di quanto tu creda. La condizione è che ti organizzi e acquisisci consapevolezza di ciò che puoi fare.

L’imperialismo svizzero ostenta la sua veste di “neutralità”. È una farsa. La borghesia svizzera, i suoi scagnozzi politici e la sua stampa sono dalla parte dello Stato imperialista israeliano. Non hanno assolutamente nessun interesse in comune con la lotta per la liberazione del popolo palestinese.

L’industria svizzera degli armamenti esporta armi in Israele e soprattutto negli Stati Uniti, la più grande forza imperialista a sostegno di Israele. Fa soldi uccidendo i palestinesi. E lo Stato svizzero importa armi da Israele. In questo modo finanzia la macchina da guerra israeliana.

La stampa borghese svizzera diffonde ogni sorta di menzogna e di distorsione quando si tratta dell’assedio di Gaza e dell’oppressione dei palestinesi da parte dello Stato israeliano. Ma non spende una sola parola sul ruolo dell’imperialismo israeliano! Le vittime vengono trasformate in aggressori e gli aggressori vengono presentati come vittime.

Tutti i politici borghesi cantano la stessa canzone. Il presidente del PLR Burkhart: “Israele ha la mia piena solidarietà”. Il consigliere nazionale dell’UDC Reimann: “Non dobbiamo lasciare che il terrore vinca e dobbiamo sospendere tutti i gli aiuti alla Striscia di Gaza”. Ed entrambi: “Israele ha il diritto di difendersi”.

I leader della sinistra non offrono alcuna alternativa, anzi. Il PS e la GISO si sono piegati alle pressioni della classe dominante e dell’imperialismo occidentale. Meyer e Wermuth condannano la violenza da entrambe le parti.

Eppure, equiparare la violenza del popolo palestinese soggiogato che si difende dal suo oppressore alla violenza della più potente forza imperialista del Medio Oriente significa fare il gioco dell’imperialismo. In questo modo si dissimula chi è l’oppressore e chi è l’oppresso.

I comunisti non devono piegarsi davanti alla propria borghesia, ma lottare contro di essa. Per l’esproprio dei banchieri e delle grandi aziende mediatiche! Per un governo dei lavoratori! La classe lavoratrice deve prendere il potere. Essa non ha alcun interesse né all’oppressione né allo sfruttamento. Se prenderà il potere, trasformerà la politica estera secondo le linee dell’internazionalismo socialista.

Realizzare una rivoluzione socialista in Svizzera: questo è il modo migliore per i comunisti di offrire un’autentica solidarietà ai lavoratori e ai giovani palestinesi.

Il primo compito dei comunisti è organizzarsi. Da soli siamo deboli, insieme siamo forti. La Tendenza Marxista Internazionale sta costruendo un’autentica organizzazione comunista in tutto il mondo e interviene come tale nel movimento, schierandosi senza compromessi dalla parte del popolo palestinese oppresso, con un programma proletario rivoluzionario. Unisciti a noi e aiutaci a costruire un movimento comunista.

La voce della stampa borghese non è la voce della classe lavoratrice e dei giovani. Tra le masse c’è una grande solidarietà con la lotta di liberazione palestinese e una grande rabbia contro le atrocità commesse dall’imperialismo israeliano. Ma nessuna organizzazione di massa la esprime. Migliaia di giovani e lavoratori si sono aperti alle idee del comunismo e vogliono intraprendere ora la lotta contro l’oppressione della Palestina.

I comunisti non devono aspettare, ma prendere subito l’iniziativa!

Prendi questo volantino e mostralo ai tuoi colleghi, compagni di classe, amici e familiari. Organizza un dibattito politico aperto a scuola o sul tuo posto di lavoro. Diventa un punto di riferimento comunista nella tua azienda, nella tua classe, nella tua università. Difendi questo programma e organizza altri comunisti, ovunque tu sia.

Organizza delle azioni coordinate. Disegna dei manifesti con i tuoi compagni di classe. Organizza una riunione con i tuoi colleghi e il personale universitario per chiarire le questioni più importanti prima delle manifestazioni e dei raduni in solidarietà alla Palestina. Poi includili senza aspettare nel lavoro di mobilizzare altre persone alla manifestazione, andandoci insieme e difendendo uniti un programma chiaro per la liberazione della Palestina.

La stampa borghese difende cinicamente gli interessi dell’imperialismo occidentale e il riformismo si sottomette alla pressione dell'”opinione pubblica”. La Scintilla, il giornale della sezione svizzera della TMI, difende il punto di vista e gli interessi della classe lavoratrice internazionale e degli oppressi. Lavora per il giornale comunista. Raccogli citazioni e realizza interviste con persone infuriate nei confronti della violenza dello Stato israeliano contro il popolo palestinese. Invia rapporti, foto e video a redaktion@derfunke.ch.

Puoi svolgere un ruolo immediato e contribuire alla costruzione di un movimento comunista che lotti contro l’imperialismo e per una Palestina libera. I compagni della TMI ti sosterranno in questa iniziativa e ti aiuteranno a vedere le cose con maggiore chiarezza.