L’8 marzo, gli agenti dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement, l’agenzia federale per il controllo delle frontiere e dell’immigrazione, ndt) hanno arrestato Mahmoud Khalil, studente della Columbia University e attivista pro-Palestina. Gli agenti lo hanno trascinato via davanti alla moglie, incinta di otto mesi, e lo hanno trasferito in un centro di detenzione in Louisiana, dove inizialmente gli è stato impedito di parlare in privato con il suo avvocato. Khalil è in possesso di una green card, che gli consente di vivere e lavorare negli Stati Uniti, e ha il diritto di “essere protetto da tutte le leggi degli Stati Uniti, da quelle del suo Stato di residenza e dalle giurisdizioni locali”. Ciononostante, l’amministrazione Trump cerca di deportarlo per il “crimine” di aver esercitato il suo diritto al Primo Emendamento di opporsi all’imperialismo israeliano e americano.
Trump vuole fare di Khalil un esempio e inviare un avvertimento chiaro al resto del movimento pro-Palestina: vi schiacceremo, costi quel che costi. Come ha scritto Trump sui social media, “questo è il primo arresto di molti altri che verranno. Sappiamo che ci sono altri studenti alla Columbia e in altre università del paese che si sono impegnati in attività pro-terrorismo, antisemite e anti-americane, e l’amministrazione Trump non lo tollererà”.
Per giustificare questa repressione, Trump e i suoi compari stanno ritirando fuori calunnie trite e ritrite che equiparano la solidarietà con la Palestina all’antisemitismo. In realtà, le proteste che chiedono la fine del massacro genocida del popolo palestinese sostenuto dagli Stati Uniti non hanno nulla a che fare con l’odio verso gli ebrei e, anzi, hanno attirato il sostegno di molti studenti e lavoratori ebrei.
“Portare la questione a un’attenzione più alta”
L’arresto di Khalil fa seguito a una serie di manifestazioni al Barnard College, affiliato alla Columbia, iniziate alla fine di febbraio e oggetto di una violenta repressione da parte della polizia di New York. Khalil è stato uno degli studenti che si sono seduti a trattare con l’amministrazione e ha svolto un ruolo attivo nell’accampamento di solidarietà con la Palestina della Columbia nell’aprile 2024.
Con lo Stato capitalista e le amministrazioni universitarie dalla loro parte, i sionisti dei campus sono diventati sempre più sfrontati nei loro attacchi, richiedendo l’intervento dell’ICE contro gli studenti internazionali che si impegnano in attività pro-Palestina nella speranza di vedersi revocare il visto.
Come riporta The Forward, ci sono mille connessioni tra gli studenti sionisti delle università “d’élite” come la Columbia e la classe dominante, compreso l’apparato statale:
“Ross Glick, un attivista pro-Israele che in passato ha condiviso con le autorità federali per l’immigrazione un elenco di manifestanti del campus, ha raccontato di essere stato a Washington per incontri con membri del Congresso durante la manifestazione della biblioteca Barnard e di aver discusso riguardo a Khalil con gli assistenti dei senatori Ted Cruz [Repubblicano] e John Fetterman [Democratico], che hanno promesso di ‘portare la questione a un’attenzione più alta’. Ha detto che anche alcuni membri del consiglio di amministrazione della Columbia avevano segnalato Khalil ai funzionari dell’immigrazione.”
A quanto pare la questione è stata “portata all’attenzione” della Casa Bianca. Sei giorni dopo la protesta a Barnard, Trump ha scritto: “Tutti i finanziamenti federali si fermeranno per qualsiasi college, scuola o università che permetta proteste illegali”. Non si trattava di una minaccia vuota. L’8 marzo ha annunciato ufficialmente che la sua amministrazione avrebbe sospeso 400 milioni di dollari di fondi federali alla Columbia. Per una strana coincidenza, la sera stessa gli agenti dell’ICE si sono presentati alla porta di Khalil.
Ironia della sorte, non molto tempo prima del suo arresto, Khalil aveva inviato un’e-mail al presidente della Columbia chiedendo che fosse garantita la sua protezione, dal momento che i fanatici sionisti avevano minacciato di farlo espellere. Viveva negli alloggi della Columbia e l’ICE avrebbe potuto entrare nella proprietà dell’università solo con il permesso dell’amministrazione. Questa stessa amministrazione è rimasta stranamente in silenzio da quando Khalil è stato portato via. Ma non abbiamo bisogno di aspettare un comunicato stampa ufficiale per conoscere la loro risposta ai suoi appelli: hanno risposto attraverso l’ICE.
“Libertà di espressione”
L’ICE è uno strumento per terrorizzare la classe operaia. I padroni usano la minaccia dell’ICE e della deportazione per scoraggiare i lavoratori immigrati senza documenti dall’organizzarsi e dal lottare contro il loro sfruttamento. Ora, la classe dominante sta usando l’ICE per intimidire e mettere a tacere gli studenti internazionali legalmente ammessi.
Dal punto di vista legale, l’ICE non può arrestare, catturare o deportare un residente permanente legale come Khalil. Questa decisione può essere presa solo da un giudice e, in teoria, può essere presa solo se la persona ha commesso un reato. La foglia di fico legale per la detenzione di Khalil è un’oscura normativa che afferma che il Segretario di Stato può deportare qualsiasi straniero che rappresenti una minaccia per gli “interessi di politica estera” americani. Questa cinica giustificazione non può nascondere il fatto che perseguitare Khalil per la sua attività politica è una palese violazione del Primo Emendamento, che dovrebbe vietare qualsiasi legge che “vieti la libertà di espressione”.
Non c’è altro modo in cui possano interpretarlo. Come ha detto Tom Homan, lo “zar delle frontiere” di Trump: “Quando siete nei campus – sento dire ‘libertà di espressione’, ‘libertà di espressione’, ‘libertà di espressione’ – potete stare in un cinema e gridare ‘Fuoco’? Si può diffondere informazioni false? La libertà di espressione ha dei limiti”.
Quali sono questi limiti? La “democrazia” borghese non è altro che la dittatura dei capitalisti in forma “democratica”. In questo sistema, “libertà di espressione” significa che si può dire tutto ciò che si vuole, purché ciò che si dice non minacci gli interessi della borghesia.
La legge borghese non prevede diritti o tutele permanenti per la classe operaia, nemmeno quando si tratta di qualcosa di fondamentale per la democrazia borghese come la libertà di espressione. Come disse il filosofo greco Anacarsi nel VI secolo a.C., dobbiamo dirlo anche noi oggi: “Le leggi sono come le ragnatele; catturano i deboli e i poveri, ma vengono fatte a pezzi dai ricchi e dai potenti”.
La posizione dei sostenitori di Trump
I sostenitori di Trump si sono atteggiati a strenui difensori della libertà di espressione contro la censura liberale “woke”. Il mese scorso, a Monaco, JD Vance ha criticato i leader europei per aver limitato la libertà di espressione dei partiti populisti di destra, come l’AfD tedesco. “In tutta Europa, temo che la libertà di espressione sia in ritirata”, ha detto, “proprio come l’amministrazione Biden sembrava fare di tutto per mettere a tacere le persone che dicevano la loro opinione, così l’amministrazione Trump farà esattamente il contrario”.
Il caso Khalil smaschera questa menzogna. Liberali come Biden hanno tenuto ipocrite omelie sulla libertà di espressione e di riunione, mentre inviavano scagnozzi armati per schiacciare pacifici studenti che manifestavano. Trump e la sua banda, lungi dal fare “esattamente il contrario”, si atteggiano a difensori dei diritti democratici mentre violano i diritti fondamentali del movimento di solidarietà palestinese.
Come il resto della sua classe, Trump sostiene Netanyahu e il regime sionista, l’alleato più affidabile dell’America in Medio Oriente, ed è determinato come il suo predecessore liberale a schiacciare chiunque voglia resistere all’imperialismo americano.
Pressione dei miliardari
Quest’ultimo attacco è il culmine di un processo che si sta evolvendo nei campus da anni. Già prima dell’ultima invasione di Gaza da parte di Israele, i miliardari facevano pressione sulle università affinché adottassero misure più severe contro i club studenteschi a favore della Palestina.
Dopo il 7 ottobre 2023, i miliardari hanno cospirato in chat private di gruppo per fare pressione sui governi locali affinché reprimessero i movimenti nei campus e hanno sfruttato le loro ingenti donazioni per far sì che università come Harvard e la Columbia reprimessero gli attivisti di solidarietà con la Palestina come mai prima d’allora.
Dopo gli accampamenti, le amministrazioni universitari hanno trascorso tutta l’estate a pianificare la loro vendetta. Si sono assicurate che quando gli studenti fossero tornati nei campus, avrebbero dovuto affrontare misure draconiane. I campus sono stati militarizzati. La libertà di espressione è stata severamente limitata e gli studenti e i professori filo-palestinesi sono stati sospesi, espulsi o licenziati.
Eppure, non sono riusciti a contenere completamente la rabbia degli studenti. Le proteste sono continuate anche nell’anno accademico 2024-25, nonostante la pesante repressione della polizia, la diffusione di informazioni strettamente personali, la revoca dei visti agli studenti e altro ancora.
Tuttavia, il movimento pro-Palestina è relativamente debole se paragonato all’iniziale esplosione di rabbia dopo il 7 ottobre o all’apice del movimento degli accampamenti della scorsa primavera. Con un numero minore di persone impegnate nella lotta, la classe dominante vede un’opportunità per cercare di spegnerla.
Sanno che la rabbia di classe che ribolle sotto la superficie della società prima o poi arriverà a un punto di ebollizione. I capitalisti vogliono rafforzare il più possibile l’apparato repressivo del loro Stato in vista delle future battaglie di classe. Trump è lo strumento per soddisfare questa esigenza. È disposto a fare tutto ciò che è necessario per mettere a tacere gli studenti pro-Palestina, compreso l’uso dell’ICE come strumento contundente per attaccare il diritto alla libertà di espressione.
Lotta contro la nuova caccia alle streghe maccartista
Le università sono un microcosmo della società in generale. Il movimento di solidarietà per la Palestina è solo un’espressione della rabbia crescente dei giovani che non vedono un futuro nel capitalismo.
Con l’intensificarsi della lotta di classe, la borghesia sarà costretta a svelare ancor di più la nuda violenza del suo dominio di classe. Questo processo sta screditando tutte le istituzioni capitaliste. Le università, un tempo viste come fari della libera ricerca, vengono ora svelate per quello che sono sempre state: aziende orientate al profitto e bastioni dell’ideologia capitalista.
Se Trump rispetterà le sue promesse, Khalil sarà la prima vittima di questa nuova caccia alle streghe maccartista. La repressione potrebbe avere l’effetto desiderato nel breve periodo, ma la pressione all’interno delle università non farà che aumentare, aprendo la strada a espressioni più ampie e convulse della lotta di classe nei campus.
Per combattere la caccia alle streghe e difendere i nostri diritti fondamentali, gli studenti devono lottare non solo per la libertà di espressione, ma in definitiva per il rovesciamento rivoluzionario del capitalismo. Per riuscirci, devono collegarsi con la classe operaia in generale. Ciò richiede un partito comunista rivoluzionario organizzato all’interno e all’esterno del campus, che possa smascherare l’impasse storica di questo sistema marcio e indicare la strada da seguire per un mondo veramente libero.
Suisse — ✏ la scintilla svizzera — 29. 01. 2024
palestina — ✏ Martin Las Hoces, da communistusa.org — 21. 03. 2025
Medio Oriente — ✏ Hamid Alizadeh (marxist.com) — 23. 01. 2025
Nord America — ✏ der Redaktion — 20. 01. 2025
Internazionale — ✏ Jorge Martin (marxist.com) — 10. 01. 2025
Giovani — ✏ Communist Revolution (www.marxist.ca) — 10. 12. 2024