Tutte le sezioni locali stanno discutendo la bozza qui sotto in preparazione del Congresso di fondazione del 10-12 maggio. Se vuoi partecipare alle discussioni sul manifesto, iscriviti all’PCR, unisciti a una cellula o creane una nuova, e vieni al congresso fondativo!
“I comunisti sdegnano di nascondere le loro opinioni e le loro intenzioni. Essi dichiarano apertamente che i loro scopi non possono essere raggiunti che con l’abbattimento violento di ogni ordinamento sociale esistente. Tremino pure le classi dominanti davanti a una rivoluzione comunista!”
Marx e Engels, Manifesto del partito comunista
Siamo il Partito Comunista Rivoluzionario. Il nostro obiettivo è niente meno che un mondo nuovo: il rovesciamento del capitalismo e la costruzione di una società libera dallo sfruttamento e dall’oppressione.
Non siamo un partito come gli altri. Non vogliamo essere eletti per partecipare alla gestione del sistema esistente. Il PCR si batte per una rottura totale con lo status quo.
Non ci illudiamo che il capitalismo possa essere reso più umano. La società non è mai stata così ricca, ma tutta la ricchezza e tutti gli Stati sono controllati da una piccola élite capitalista. Il PCR lotta per la rivoluzione e per il rovesciamento della classe dominante, che deve andarsene per permetterci di vivere.
Lottiamo per la democrazia operaia e per un’economia pianificata internazionale e democratica, per il libero sviluppo di tutto il potenziale che risiede nell’umanità. Gli ipocriti borghesi equiparano il comunismo alla caricatura burocratica dello stalinismo. In questo modo cercano solo di distogliere l’attenzione dal fallimento e dalle atrocità del loro sistema.
Mentre tutti gli altri, da destra a sinistra, hanno voltato le spalle alla classe operaia, il PCR afferma che la classe operaia è la stragrande maggioranza della società. Non ha alcun interesse nel capitalismo e ha tutto l’interesse nella rivoluzione comunista. Ha in mano ogni giorno i mezzi di produzione. Ha il potere di fermare la corsa al profitto attraverso gli scioperi e di rovesciare i capitalisti attraverso la rivoluzione.
Mentre tutti gli altri partiti si concentrano sugli Stati-nazione capitalisti, sulle Nazioni Unite e sulle ONG, noi facciamo parte dell’Internazionale comunista rivoluzionaria. Difendiamo il programma comunista e l’internazionalismo proletario in ogni continente. La guerra, la distruzione dell’ambiente e la disuguaglianza possono essere risolte solo dalla classe operaia mondiale attraverso la rivoluzione comunista.
In un momento in cui il pessimismo sta diventando una malattia comune, il PCR dice a tutti: se odiate il capitalismo, non siete soli! Se sentite che bisogna fare qualcosa, non siete soli! Nel nostro partito, chiunque voglia combattere il capitalismo ora si assume attivamente la responsabilità di lottare per un mondo migliore.
Dopo decenni di isolamento, l’idea del comunismo sta tornando in auge. Il motivo è semplice: il capitalismo sta facendo precipitare l’umanità nell’abisso. Le crisi e l’abbassamento del tenore di vita si stanno diffondendo come un’epidemia. Si diffondono il razzismo e il sessismo. La società sta andando indietro in tutti i settori.
La nostra epoca è più simile agli anni ’20 e ’30 che a qualsiasi altro decennio. Come oggi, imperversavano guerre, inflazione e protezionismo. Fu la prima crisi organica del capitalismo. Il sistema aveva raggiunto il suo apice e si stava scontrando con le sue stesse barriere. All’interno del sistema, non c’era una via d’uscita: o la transizione al comunismo o il ritorno alla barbarie.
Questo portò all’orrore della Prima Guerra Mondiale, ma inaugurò anche un periodo di rivoluzione. La rivoluzione russa del 1917, guidata dai bolscevichi, rovesciò i capitalisti. Ma questo poteva essere solo il punto di partenza: senza la rivoluzione socialista mondiale, il comunismo non avrebbe potuto affermarsi.
La finestra per la rivoluzione socialista mondiale era spalancata. Tra le due guerre, le rivoluzioni hanno scosso il mondo in molti paesi. La classe operaia era ripetutamente pronta a rovesciare il capitalismo e a passare a una società superiore, comunista. Ma la leadership del movimento operaio non era in grado di condurre la classe operaia alla vittoria. La leadership socialdemocratica era asservita ai capitalisti; i giovani partiti comunisti erano troppo inesperti.
L’umanità ha pagato a caro prezzo il fallimento della rivoluzione proletaria mondiale. Alla domanda comunismo o barbarie hanno risposto il fascismo e la Seconda guerra mondiale. L’Unione Sovietica rimase isolata e degenerò nello stalinismo, abbandonando il marxismo rivoluzionario per un atteggiamento completamente riformista e nazionalista. Le ultime esplosioni rivoluzionarie della classe operaia dopo la fine della Seconda guerra mondiale furono tradite dai riformisti stalinisti e socialdemocratici.
Su questa base, il capitalismo ebbe nuova vita. Il boom del dopoguerra significò un enorme sviluppo delle forze produttive. La classe dirigente fu in grado di migliorare le condizioni di vita di parte della classe operaia. Il riformismo – l’idea che le masse avessero un futuro nel sistema capitalista – si rafforzò. D’altro canto, la vittoria dell’Unione Sovietica sul fascismo rafforzò lo stalinismo. Per un intero periodo, la parola “comunismo” fu associata allo stalinismo. I comunisti rivoluzionari rappresentavano solo una piccola minoranza.
Ma le contraddizioni fondamentali del capitalismo non possono essere risolte all’interno del sistema. Nel capitalismo si produce e si investe per il profitto, ma i mercati sono limitati dal potere d’acquisto delle masse sfruttate. I capitalisti non possono superare la natura profonda delle crisi del loro sistema, ma solo ritardarle o rinviarle, ossia prepararsi a crisi ancora più gravi.
La crisi economica mondiale degli anni ’70 ha infranto il sogno dell’eterno boom. I capitalisti hanno reagito ampliando i limiti ristretti del capitalismo. Aprendo le porte del credito a basso costo, i mercati sono stati ampliati artificialmente. Con la cosiddetta globalizzazione, si sono aperti nuovi mercati. Con la restaurazione capitalistica della Cina e dell’Unione Sovietica, sembrava che il capitalismo avesse vinto una volta per tutte. Negli anni ’90, i liberali hanno parlato trionfalmente di “fine della storia”.
Il ritorno del comunismo
Ma il loro trionfo è stato costruito sulla sabbia. La crisi economica globale del 2008 ha segnato fine definitiva dell’età dell’oro del capitalismo. La cosiddetta economia di libero mercato era fallita e il sistema poteva essere salvato dal collasso solo grazie a enormi sussidi pubblici.
Il capitalismo è alla sua seconda crisi organica. Il sistema non è più in grado di far progredire la società. La classe operaia sta pagando la crisi a tutti i livelli.
A partire dal 2020, tutte le contraddizioni del capitalismo vengono a galla. I capitalisti hanno cercato di risolvere la crisi del loro sistema con mezzi capitalistici. Oggi, tutte le misure di crisi del passato si stanno ritorcendo contro di loro.
Inondare i mercati di denaro a basso costo porta all’inflazione, a folli bolle speculative e a una montagna di debiti impossibili da ripagare. È solo questione di tempo prima che si verifichino la prossima recessione, la prossima crisi del debito e la prossima crisi bancaria. Queste supereranno le crisi economiche del passato.
Invece di integrare il mercato mondiale, i predatori imperialisti si fanno apertamente guerra tra loro per ottenere profitti e sfere di influenza. I lavoratori pagano le loro guerre con miseria e devastazione. Milioni di persone sono sfollate. In alcune parti del mondo, il risultato è la carestia. I prezzi aumentano ovunque. Il capitalismo è un orrore senza fine.
L’ultima atrocità è Gaza. L’imperialismo israeliano sta cercando di sterminare il popolo palestinese con il pieno sostegno di tutto l’imperialismo occidentale, Svizzera compresa. Milioni di persone non dimenticheranno questo massacro e questa ipocrisia. Ma Gaza è “solo” l’ultimo di una serie infinita di shock.
E come se non bastasse, su tutto pende la spada di Damocle della crisi climatica. Tutti sanno che la borghesia sta distruggendo il pianeta. Tutti sanno che i governi non stanno facendo nulla al riguardo. Per amore dei loro profitti e del loro sistema, stanno sacrificando l’ambiente e le basi della vita umana. Se lasciamo i capitalisti al potere, rischiamo la distruzione della civiltà.
Questo è in completa opposizione al potenziale che esiste oggi. Con lo stato attuale della produzione, della scienza e della tecnologia, esistono le basi per una società senza classi in un ambiente sano. Ma invece del progresso, il sistema offre solo una spirale discendente senza fine. Finché la rivoluzione comunista non vincerà, la nostra intera esistenza sarà segnata da guerre, crisi e disastri ecologici.
Sulla base della loro esperienza di vita sotto il capitalismo, milioni di persone in tutto il mondo stanno già traendo conclusioni rivoluzionarie. Strati più ampi seguiranno inevitabilmente.
È giunto il momento che il comunismo autentico e rivoluzionario ritorni in auge! La nostra generazione deve rispondere alla domanda: comunismo o barbarie. Non esiste una terza via, il capitalismo non può essere riformato. O la classe dirigente ci spinge verso l’abisso – o la classe operaia prende il potere e utilizza la grande ricchezza sociale per risolvere i problemi più urgenti.
Fondiamo il PCR come sezione dell’Internazionale Comunista Rivoluzionaria per il successo della rivoluzione comunista nella nostra vita.
Nessun caso speciale: il declino finale del capitalismo svizzero
La Svizzera è parte integrante dell’impasse capitalistica globale. I borghesi propagano sistematicamente il mito del “caso speciale”, secondo cui la Svizzera è un’isola di prosperità e stabilità. Ma oggi tutto ciò che ha reso stabile la Svizzera in passato sta crollando.
La base della stabilità svizzera è sempre stata l’imperialismo. Il capitale svizzero è nato come banchiere e commerciante degli schiavisti. Già nel 1913, la Svizzera era il paese con il maggior numero di multinazionali e di investimenti esteri pro capite. Oggi l’economia svizzera è più che mai dipendente dall’estero. Anche nel confronto internazionale (con paesi come Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna), la Svizzera è l’economia più dipendente dal mercato mondiale in termini di esportazioni industriali e di capitali. I capitalisti svizzeri accumulano enormi ricchezze sulle spalle della classe operaia mondiale.
La Svizzera è un piccolo paese imperialista. A differenza delle grandi potenze, la borghesia svizzera non è mai riuscita a imporre i propri interessi economici attraverso il dominio coloniale o la grande forza militare. Al contrario, i capitalisti svizzeri si sono concentrati nel selezionare a destra e a sinistra le nicchie del mercato globale. Questa è la funzione della “neutralità”: tenersi fuori dalla politica per fare affari con tutti e depositare il denaro di tutti i ladri del pianeta nelle banche svizzere.
Poiché la Svizzera non è stata praticamente distrutta dalle guerre mondiali, i capitalisti locali hanno avuto un vantaggio. In particolare, il capitalismo svizzero è cresciuto fortemente nel dopoguerra. Questo ha permesso alla classe dirigente di comprare la pace sociale e la stabilità dando delle briciole a una parte della classe operaia locale. Questa è stata la base materiale del riformismo del movimento operaio svizzero.
Quando la crisi degli anni ’70 colpì la Svizzera, questa fu particolarmente toccata. I capitalisti svizzeri reagirono come tutti gli altri: attacchi alla classe operaia (in Svizzera, soprattutto ai lavoratori immigrati e alle lavoratrici); un massiccio aumento della speculazione (soprattutto attraverso il settore bancario e il debito privato) e, soprattutto, un massiccio aumento dell’orientamento verso l’estero.
Durante la crisi economica globale del 2008, UBS ha dovuto essere salvata dallo Stato. Inizialmente, tuttavia, la crisi ha colpito meno direttamente la Svizzera, in quanto i capitalisti elvetici hanno potuto concentrarsi sui mercati ancora in crescita di Cina, Germania e Stati Uniti. Ciò ha permesso al capitalismo svizzero di apparire stabile per un periodo particolarmente lungo.
Ma sotto la superficie, il capitalismo svizzero diventava ogni giorno più parassitario. Per 15 anni, la crescita è stata quasi inesistente e gli investimenti sono diminuiti. L’industria farmaceutica da sola è stata responsabile di due terzi della crescita totale degli ultimi 20 anni. Il capitale è concentrato in pochi settori altamente redditizi. La classe operaia non beneficia di questi enormi profitti. I profitti realizzati da pochi vengono sempre più incanalati nei mercati finanziari e nella speculazione. Mentre l’economia ristagna, i capitalisti giocano al casinò. La borghesia non fa più progredire la società.
Oggi si assiste a una grande inversione di tendenza. La dipendenza dall’estero, un tempo grande forza, sta diventando la più grande debolezza del capitalismo svizzero. Tutti i nostri partner commerciali, soprattutto Germania e Cina, sono in profonda crisi. L’industria delle esportazioni è crollata negli ultimi 12 mesi, come conseguenza diretta della crisi dei mercati mondiali. Anche gli esperti borghesi del KOF scrivono: “Non si intravedono miglioramenti a medio termine”. Non c’è scampo dalla crisi biologica, nemmeno per la Svizzera.
Il capitalismo svizzero è profondamente malato, e lo è da molto tempo. L’attuale svolta epocale verso la “de-globalizzazione”, il protezionismo e la guerra è una condanna a morte per il modello di successo svizzero. In un mondo in cui le grandi potenze si scontrano e i mercati globali si frammentano, non c’è più spazio per un imperialismo svizzero “neutrale” e su piccola scala. Questo non significa certo un crollo immediato, ma la Svizzera è sempre più schiacciata tra le grandi potenze imperialiste. Essendo integrata in modo sproporzionato nel mercato globale, la Svizzera sarà colpita in modo sproporzionato dalla crisi del capitalismo globale.
La classe dirigente non può farci nulla. Quando il Consigliere federale Cassis, in preda alla disperazione, chiede il “rafforzamento del multilateralismo” davanti all’Assemblea generale dell’ONU, lui e la sua classe si mostrano per quello che sono: pedine in una lotta contro i mulini a vento. Come Don Chisciotte, sono sognatori le cui idee cavalleresche e d’onore non sono più adatti al mondo di oggi. Non si può tornare all’antica armonia relativa tra i capitalisti e i loro Stati. L’imperialismo svizzero è al suo definitivo declino.
La bella maschera della “neutralità” sta cadendo e il margine di manovra si sta riducendo. Quando lo Stato israeliano ha bombardato Gaza, Netanyahu ha avuto il pieno sostegno degli imperialisti svizzeri. Il Consiglio federale ha proclamato: “Non è il momento dei buoni uffici svizzeri, è tempo di guerra”. Il governo svizzero, i suoi politici e i suoi media sono tutti ipocriti con le mani sporche di sangue!
La Svizzera corrisponde sempre più a quello che Lenin chiamava lo stadio del “parassitismo e della putrefazione”: una piccola élite succhiasangue guadagna miliardi e non contribuisce affatto al progresso. Ma si aggrappa al suo potere. Questo crea dei mostri.
La Svizzera: una società in declino
In Svizzera stanno tutti bene? Spiacenti, ma questo mito è una sciocchezza borghese! Il capitalismo svizzero è in declino. Ecco perché i capitalisti hanno condotto una guerra di classe unilaterale contro la classe operaia per 30 anni. I salari sono rimasti fermi dagli anni Novanta. Le misure di austerità e le privatizzazioni hanno sventrato il settore pubblico.
Lo sfruttamento sta aumentando in modo importante. Le professioni un tempo sicure della sanità e dell’istruzione sono spinte ai loro limiti fisici, e sempre più oltre, dall’avidità e dalle politiche di austerità. Gli insegnanti e il personale sanitario di tutto il Paese possono confermarlo.
Dopo tre decenni di attacchi regolari, è seguito un deterioramento generale con l’inflazione. Oggi, il reddito di oltre il 50% delle famiglie è insufficiente o appena sufficiente. La favola della “classe media” è stata smascherata. Noi salariati facciamo tutti parte della stessa classe operaia, che è sotto attacco da parte della piccola élite capitalista.
20 anni fa, il 60% delle famiglie poteva ancora permettersi di essere proprietari del loro alloggio. Oggi solo il 15% può farlo. Gli affitti stanno aumentando a un ritmo che non si vedeva da decenni. Il sogno di possedere una casa sta scoppiando come una bolla di sapone. Le vecchie promesse e i vecchi titoli si scontrano con la nuova realtà del capitalismo in crisi.
Ma la miseria in Svizzera va ben oltre la questione del tenore di vita materiale. La società nel suo complesso è in declino.
Le malattie mentali gravi si stanno diffondendo come un’epidemia. Si sta diffondendo il più cupo pessimismo. I giovani contemplano sempre più spesso il suicidio. La direttrice della clinica di psichiatria infantile di Zurigo dichiara: “Da dieci anni i bambini e gli adolescenti vivono in una crisi permanente”. Il direttore di quello di San Gallo dice: “I disturbi d’ansia e di panico vanno di pari passo con la mancanza di prospettive e di futuro”. La diagnosi è chiara: la causa è il capitalismo.
L’istruzione e la sanità stanno andando a rotoli. I bambini della classe operaia vengono educati in classi sovraffollate da insegnanti che sono sull’orlo del burnout permanente. I nostri malati e anziani sono assistiti in ospedali a scopo di lucro, dove il personale è completamente oberato di lavoro. E tutto questo non ha fine.
Mentre la povertà tra gli anziani e tra i bambini (!) è in rapido aumento, il livello di istruzione degli studenti sta crollando. La solitudine cronica è in aumento. Il tasso di natalità sta crollando perché i genitori sono a corto di tempo e denaro. Questi sono i sintomi evidenti di una società in piena decadenza. Quanto è difettoso un sistema se questa è la realtà nel paese con la “più alta qualità di vita”?
Ma per la Svizzera, in particolare, questo è solo l’inizio. Ciò che è avvenuto negli ultimi quattro anni è solo l’inizio della nuova normalità della crisi. La vita diventa più costosa, la pressione sui giovani e sulla classe operaia aumenta e il tenore di vita si abbassa. Anche in questo caso, la spirale negativa del capitalismo continua inesorabilmente. Per ottenere un profitto, i capitalisti sono disposti a distruggere la vita di milioni di persone. Comunismo o barbarie: questo vale anche per la Svizzera.
Per il rovesciamento e l’espropriazione della borghesia!
La sinistra riformista si illude assurdamente di poter regolare e riformare questo sistema disumano. Essa lascia il potere nelle mani della stessa classe dirigente che ci sta portando verso l’abisso.
I comunisti si battono per ogni riforma che migliori la vita dei lavoratori. Ma l’esperienza in tutto il mondo e in Svizzera dimostra che, nel periodo attuale, i miglioramenti reali possono essere ottenuti solo attraverso la lotta di massa della classe operaia. E in tempi di crisi, anche le riforme conquistate sono immediatamente messe sotto tiro dai padroni e dal governo. È sempre più chiaro che l’unico modo per garantire condizioni di vita veramente buone è lottare per un capovolgimento rivoluzionario della società.
Le basi del comunismo sono ormai pienamente consolidate. Il capitalismo ha dato vita all’industria più avanzata di sempre. Per la prima volta nella storia, c’è abbondanza materiale. Oggi nel mondo c’è abbastanza cibo, abbastanza conoscenza, abbastanza di tutto per permettere a tutti gli esseri umani di condurre una buona vita in piena libertà.
Tuttavia la proprietà privata dei mezzi di produzione da parte dei capitalisti impedisce il progresso. Mentre una piccola élite parassitaria accumula fortune colossali, la grande maggioranza delle persone vive nella penuria. Una carenza artificiale di buoni posti di lavoro, istruzione, abitazioni, cibo sano e cultura.
I capitalisti devono essere espropriati e privati del loro potere. Questa classe dirigente marcia deve essere rovesciata, il suo Stato deve essere rovesciato! Abbiamo urgentemente bisogno di un governo dei lavoratori che espropri immediatamente le 150 maggiori imprese e banche. In questo modo, le risorse sociali potrebbero essere liberate dalla necessità del profitto. La classe operaia controllerebbe e pianificherebbe l’economia in modo democratico. Le risorse potrebbero essere investite in modo utile. Avremmo una società che funziona sulla base dei bisogni, non del profitto.
Con lo stato attuale della tecnologia, dell’automazione e dell’intelligenza artificiale, i problemi più urgenti potrebbero essere risolti praticamente da un giorno all’altro: l’introduzione della settimana di 20 ore, un sistema sanitario completamente gratuito e di alta qualità, alloggi di buona qualità e a prezzi accessibili per tutti, asili nido gratuiti in tutto il paese e molto altro ancora sarebbero possibili in tempi molto brevi.
Se le persone dovessero lavorare molto meno, se avessero un buon lavoro, molto tempo libero e sicurezza, se non ci fosse competizione tra di loro: la salute mentale, le relazioni umane e la cultura nel suo complesso prospererebbero come mai prima d’ora. Le possibilità di sviluppo umano sarebbero illimitate.
Il Partito Comunista Rivoluzionario è il partito che difende incondizionatamente questo programma su tutte le questioni più scottanti.
La democrazia svizzera? La dittatura delle banche e delle multinazionali!
Di fronte a questo programma, la borghesia solleverà immediatamente grida isteriche:”Volete rovesciare la sacrosanta democrazia svizzera!” A questo rispondiamo con Lenin: “Un marxista non dimentica mai di chiedere: democrazia per quale classe?”.
I comunisti difendono tutti i diritti democratici. Ma la democrazia borghese è totalmente limitata. Nel migliore dei casi, si spinge fino al cancello della fabbrica. Non è la popolazione, ma sono i capitalisti che controllano la società. La democrazia borghese non è altro che una facciata progettata per nascondere proprio questo. Questa facciata viene mantenuta finché il capitalismo è relativamente stabile e la lotta di classe può essere smorzata.
In Svizzera, questa facciata ha assunto un carattere particolarmente infido. Da 70 anni il governo è composto da tutti i principali partiti, che insieme gestiscono il sistema. La pace di classe è profondamente radicata. La base materiale è stata la crescita capitalistica del dopoguerra, che ha permesso di fare concessioni ad una parte della classe operaia per un periodo prolungato. Questa è stata la base del mito del “buon compromesso svizzero”: i capitalisti hanno imposto i loro interessi con la scusa che ciò avrebbe garantito la prosperità dell’intera popolazione.
Oggi, la base materiale della pace di classe è assente. Per questo è ovvio che la classe dominante si fa beffe della propria democrazia non appena qualcuno fa valere i propri diritti contro i capitalisti. Quando vengono approvati referendum contrari agli interessi dei capitalisti, come l’iniziativa sull’assistenza sanitaria, questi vengono sistematicamente sabotati in parlamento. La solidarietà con la Palestina, cioè la ribellione contro l’opinione ufficiale, viene repressa e demonizzata. Scioperi come quello che si è recentemente svolto a Ginevra vengono interrotti dalla polizia. Quando Credit Suisse deve essere salvato da un giorno all’altro, la decisione non viene presa da una democrazia, ma dai veri organismi che controllano la società: i vertici del capitale finanziario.
260 miliardi di franchi per Credit Suisse, ma un applauso simbolico per gli operatori sanitari durante la pandemia: ecco come funziona lo Stato borghese in Svizzera. La bella facciata della democrazia comincia a sgretolarsi e dietro di essa si nasconde la dittatura delle banche e delle imprese.
Questo sta influenzando sempre di più la coscienza delle persone. È iniziata una grande perdita di fiducia nei governanti e nelle loro istituzioni. L’espressione più chiara di ciò è stato lo storico voto sulle pensioni nel marzo 2024. Una campagna borghese durata diversi mesi e costata diversi milioni di franchi, piena di bugie, ipocrisie e promesse vuote, non è stata sufficiente. La stragrande maggioranza della classe operaia si è espressa con forza: “Che i ricchi stiano zitti, vogliamo buone pensioni, vogliamo una buona vita”. La classe operaia non crede più alla menzogna borghese secondo cui è nell’interesse di tutti accettare il deterioramento e rinunciare al miglioramento.
Lo Stato borghese è uno strumento nelle mani dei capitalisti. Deve essere distrutto e sostituito dalla maggioranza operaia della società. Con la rivoluzione comunista, l’economia diventerà proprietà collettiva della società. Ciò consentirà una forma di democrazia molto più elevata di quella che oggi i borghesi chiamano “democrazia”: una democrazia operaia con la partecipazione attiva e consapevole della classe operaia alla direzione della società, dell’industria e dello Stato. Per la prima volta nella storia dell’umanità, la maggioranza della popolazione sarà davvero in grado di decidere il proprio destino nella realtà e non solo sulla carta.
Contro la divisione e l’oppressione: la lotta di classe!
I capitalisti sono una piccola minoranza che non è più in grado di garantire una buona vita alla classe operaia. La classe dirigente sta perdendo sempre più consensi. Per rimanere al potere, si affida quindi sempre più alla divisione.
L’UDC è l’ariete dei capitalisti svizzeri. Contro la classe operaia nel suo complesso, ma in particolare contro gli immigrati, i rifugiati, le donne e le minoranze. La sua popolarità deriva dal fatto che si presenta demagogicamente come l’unico partito anti-establishment. È una contraddizione lampante che funziona solo perché il PS non rappresenta alcuna alternativa all’establishment.
I difensori dell’ordine borghese sono cinici ipocriti: da un lato, i lavoratori immigrati e i frontalieri sono sistematicamente sfruttati in Svizzera come manodopera a basso costo e completamente privati dei loro diritti politici. Dall’altro, i politici borghesi e i loro media fomentano quotidianamente l’odio contro gli “stranieri”. Li usano come capro espiatorio per la mancanza di lavoro, di alloggi e di tutto il resto – e quindi per la crisi del loro sistema. Questi maiali razzisti e tutta la loro classe razzista devono essere gettati nella pattumiera della storia.
Gli attacchi non riguardano solo i migranti, anche l’oppressione delle donne e delle persone LGBT, in particolare, è in forte aumento. Mentre la borghesia finge di fare passi avanti, la crisi rispedisce le donne a casa. La violenza contro le donne sta aumentando drammaticamente. Le persone omosessuali e soprattutto le persone trans sono prese di mira da politici e giornalisti di destra. Essi fomentano l’odio verso le minoranze oppresse per distrarre l’attenzione dal fallimento del loro sistema.
I comunisti del PCR combattono l’oppressione con una determinazione senza compromessi. Ovunque ci troviamo, lottiamo con gli oppressi contro gli oppressori. La lotta contro l’oppressione è la lotta per rovesciare il capitalismo. Sulla base del programma comunista, il PCR lotta attivamente contro la divisione e per l’unità della classe operaia. La classe operaia ha un interesse comune in questo compito rivoluzionario. È nella lotta comune – e nella costruzione comune del partito rivoluzionario – che si riconoscono gli interessi comuni e si superano le divisioni.
Il PCR si oppone fermamente alle politiche identitarie. Le politiche identitarie sostengono che alcune parti della classe operaia traggono vantaggio dall’oppressione di altre, il che è essenzialmente la stessa menzogna dei capitalisti che sostengono che i lavoratori oppressi prendono il lavoro di altre persone. Quindi le politiche identitarie sono solo il riflesso liberale dell’incitamento della destra alla divisione. La loro politica simbolica – amministratori delegati e parlamentari donne, polizia linguistica e semplicemente il “fare rumore” – non ottiene alcun risultato.
Solo la politica di classe può tagliare i ponti con l’elettorato dell’UDC e combattere i pregiudizi oppressivi all’interno della classe operaia. I lavoratori di ogni sesso, con o senza passaporto svizzero, hanno gli stessi interessi. Ci sono abbastanza soldi, abbastanza posti di lavoro, abbastanza case per tutti. Tuttavia per accedere a tutto questo la classe operaia unita deve rovesciare la classe dirigente.
Il rovesciamento del capitalismo ci darebbe i mezzi per sradicare definitivamente il veleno dell’oppressione. Oggi, per la prima volta in oltre 10.000 anni di società classista, esiste la base materiale per una società ricca. Con la rivoluzione comunista, possiamo eliminare le basi dell’oppressione: la scarsità e la competizione tra gli esseri umani e la società di classe nel suo insieme. Quando l’istruzione, i media e lo Stato saranno sotto il controllo della classe operaia, saremo noi a decidere quali idee diffondere nella società. Vale a dire, secondo i principi di una vita sana e umana in comune e della solidarietà.
Il ruolo dei comunisti
La prospettiva della rivoluzione svizzera non può che essere internazionale. Lenin disse a Zurigo nel gennaio 1917: “L’Europa è gravida di rivoluzione”. Oggi è più vero che mai.
Dall’impasse del sistema capitalista, un nuovo mondo sta lottando per emergere. Dal 2008, rivoluzioni e rivolte hanno scosso ogni continente. Dalle rivoluzioni arabe a quelle in Sri Lanka e Iran, dai Gilets jaunes in Francia al movimento Black Lives Matter negli Stati Uniti, le masse stanno entrando nel palcoscenico della storia e cercano di prendere in mano il proprio destino. Con la crisi del costo della vita, un’ondata di scioperi ha scosso il mondo. Le masse si solleveranno ancora e ancora alla ricerca di una via d’uscita dalle loro sofferenze.
La rivoluzione è inevitabile, ma la vittoria no. Tutta la storia degli ultimi 200 anni dimostra che la classe operaia ha bisogno di una guida rivoluzionaria per prendere il potere. Ha bisogno di un partito che si basi sul socialismo scientifico – il marxismo – e che difenda il programma comunista contro ogni opposizione.
La prospettiva di costruire questa leadership rivoluzionaria è oggi più tangibile di quanto lo sia stata per decenni. Con l’esperienza della crisi climatica, delle pandemie, delle guerre, delle disuguaglianze e del fallimento dei riformisti, un nuovo strato di lavoratori e di giovani ha tratto conclusioni rivoluzionarie. Si stanno rivolgendo al comunismo. Sono ormai milioni in tutto il mondo, e migliaia in Svizzera, a considerarsi comunisti. Questo è l’elemento più importante della situazione attuale.
Essi sono niente meno che la potenziale futura avanguardia della rivoluzione comunista. Se vuole veramente guidare la rivoluzione che verrà, questa nuova generazione di combattenti comunisti deve organizzarsi e prendere piena coscienza del proprio ruolo. È proprio per questo che fondiamo il Partito Comunista Rivoluzionario in Svizzera e a livello internazionale.
Ma questa nuova generazione di comunisti è solo la parte più avanzata di un processo più ampio. La coscienza della classe operaia non si sviluppa in modo uniforme. Non tutti gli strati della classe operaia raggiungono conclusioni rivoluzionarie nello stesso momento. Ma la crisi del capitalismo sta spingendo la classe operaia nel suo complesso verso il comunismo.
Il compito immediato del PCR può quindi essere riassunto semplicemente: dobbiamo organizzare e formare oggi i primi 1000 e poi 2000 comunisti in Svizzera – in modo da poter portare il programma comunista nelle lotte più ampie di domani, quando gli strati successivi inizieranno a muoversi.
Il tempo della pace di classe è finito
In Svizzera non c’è motivo di essere pessimisti. Già oggi si è verificato un cambiamento drammatico nella coscienza delle masse. Mentre l’ultimo periodo aveva già rappresentato una violenta battuta d’arresto per la classe operaia, milioni di persone hanno recentemente potuto assistere, in diretta, all’arricchimento spudorato dei capitalisti: miliardi di franchi per le imprese durante la pandemia, miliardi per l’esercito, centinaia di miliardi per le banche.
Nella classe operaia, la frustrazione e l’odio contro i capitalisti e le loro istituzioni si stanno diffondendo sempre di più. Il 58% della popolazione è d’accordo con l’affermazione: “In Svizzera, i cittadini comuni hanno smesso da tempo di avere voce in capitolo. La parola spetta ai lobbisti, ai ricchi e all’economia”. Questi sono solo alcuni esempi, ma tutti i dati indicano una chiara realtà: l’odio di classe sta emergendo dal profondo della società.
Questo è solo l’inizio. La crisi del capitalismo svizzero costringe la borghesia ad attaccare la classe operaia in modo molto più violento che in passato. I lavoratori sentono cosa li aspetta: il 79% sa che le loro condizioni di vita peggioreranno nei prossimi anni. Sono già all’ordine del giorno l’aumento del costo della vita, la stagnazione dei salari, misure più violente di riduzione dei costi e ulteriori licenziamenti di massa. I prossimi attacchi non solo faranno sembrare gli ultimi 30 anni, ma anche gli ultimi 4, degli antipasti. È una ricetta perfetta per la guerra di classe.
La classe operaia svizzera è abituata a un alto livello di stabilità e sicurezza. Ha molto da perdere e perderà molto. La pressione sulla classe operaia sta aumentando, la rabbia sta crescendo – fino al punto in cui rimanere passivi non è più sostenibile. Che ai capitalisti e ai riformisti piaccia o no, la classe operaia dovrà reagire. Il tempo della pace di classe è finito.
L’inizio degli scioperi in Svizzera romanda e in Ticino ne sono chiari precursori. L’esplosività sta aumentando ovunque. Gli insegnanti delle scuole secondarie di Ginevra hanno annunciato uno storico sciopero di cinque giorni per due ore di lezione in più. Hanno dichiarato: “Non si tratta solo di queste due ore, ma degli ultimi 20 anni!” La goccia che fa traboccare il vaso si sta avvicinando ovunque.
I comunisti devono avere il senso delle proporzioni. Il processo di radicalizzazione delle masse è appena iniziato. La classe operaia svizzera è alle soglie della dura scuola della lotta di classe. In questa lotta contro gli attacchi e per migliorare le proprie condizioni, imparerà di nuovo le migliori tradizioni della lotta di classe. Per condurre questa lotta, avrà bisogno di organizzazioni operaie di massa.
È vero che i sindacati sono attualmente in uno stato pietoso. I vertici sindacali sono aggrappati alle reliquie del partenariato sociale. Oggi, con questi metodi di partenariato sociale, la classe operaia può che subire sconfitte. Dovrà quindi riconquistare e trasformare completamente i suoi sindacati di massa. Ciò richiede una lotta contro il riformismo e la burocrazia. I comunisti del PCR saranno sempre in prima linea in queste lotte: il PCR si batte per sindacati di classe controllati dai lavoratori.
Il partito storico della classe operaia svizzera è impantanato nel riformismo. La dirigenza del PS vive ancora nel passato. La base materiale del riformismo era il periodo del dopoguerra, quando il capitalismo fiorente rendeva facile ottenere concessioni. Oggi non c’è spazio per il riformismo. La dirigenza del PS si è incatenata a una nave che sta affondando. Il PCR dichiara una lotta spietata contro ogni forma di riformismo, opportunismo e carrierismo.
Ma ciò che è chiaro per i comunisti non lo sarà immediatamente per la maggioranza della classe operaia. Il riformismo non è morto. Le masse devono imparare ad abbandonare tutte le loro illusioni sul capitalismo e sul riformismo, attraverso la lotta pratica e le dure sconfitte. Il PCR deve dare prova di flessibilità tattica per strappare uno a uno gli strati della classe operaia dall’influenza del riformismo.
Il cammino verso la rivoluzione
Il PCR non ha l’illusione di sinistra di svilupparsi linearmente in una forza di massa. Come dimostra la storia, un partito comunista di massa si sviluppa solo sulla base di grandi lotte. Il Partito Comunista Rivoluzionario rappresenta il primo passo in questa direzione: costruire una solida base di migliaia di marxisti formati e attivi, organizzati in centinaia di gruppi locali in tutto il Paese – proprio con l’obiettivo di essere in grado di intervenire nei grandi eventi che verranno con una potente organizzazione comunista.
Questa è l’eredità del bolscevismo e della rivoluzione russa: la formazione metodica di rivoluzionari professionisti in un’organizzazione disciplinata. È così che sono state gettate le basi affinché un gruppo relativamente piccolo di quadri si sviluppasse in un partito comunista di massa nel corso della rivoluzione. È così che la Rivoluzione russa è stata in grado di rovesciare il capitalismo per la prima e, finora, unica volta. Il bolscevismo è l’unica strada realistica per una rivoluzione vittoriosa.
La situazione in Svizzera è la più esplosiva degli ultimi decenni. La classe operaia entrerà in lotta sulla base degli eventi. Nei tempi tumultuosi che ci attendono, un piccolo partito rivoluzionario può entrare nell’arena politica e raggiungere gli strati successivi della radicalizzazione. C’è un vuoto enorme per una politica di classe.
Questa situazione ci impone di organizzare e formare i primi 1.000 comunisti il prima possibile. Così potremo iniziare a radicare il programma comunista nei primi strati della classe operaia. È una corsa contro il tempo. Se vinciamo questa gara, possiamo vincere il socialismo nel corso della nostra vita.
Ogni comunista oggi deve comprendere che la chiave della vittoria della rivoluzione in Svizzera sta nella costruzione del nostro partito. Questo è il nostro modesto contributo alla rivoluzione proletaria mondiale e al futuro comunista dell’umanità.
Se odi il capitalismo e vuoi rovesciare il sistema, il PCR è il tuo partito. Se non puoi più stare a guardare il mondo che precipita nel caos, questo è il tuo partito. Se vuoi lottare attivamente per il futuro comunista dell’umanità, questo è il tuo partito.
I partiti dei capitalisti sono organi di corruzione, inganno del popolo e cinismo. I leader riformisti mobilitano i loro membri solo per votare e raccogliere firme.
Il PCR è un partito fondamentalmente diverso. Non siamo “politici”, siamo rivoluzionari. All’interno del PCR è possibile assumersi la piena responsabilità della lotta rivoluzionaria, del comunismo. Essere membri del PCR significa prendere il partito nelle proprie mani.
Nel PCR non c’è posto per rivoluzionari da salotto, turisti o accademici. Ma se senti il bisogno interiore di iniziare oggi la lotta contro questo sistema, allora le porte del PCR sono completamente aperte per te.
Il PCR è il tuo partito.
Il compito centrale dei comunisti oggi
Non partiamo da zero. Il PCR si rifà a una tradizione che risale al Manifesto comunista e al bolscevismo.
Il marxismo è la memoria delle lezioni apprese dalle lotte passate di tutta l’umanità, in particolare della classe operaia. È la nostra arma più potente, la nostra bussola per la rivoluzione.
Abbiamo fondato il PCR come sezione dell’Internazionale Comunista Rivoluzionaria con una presenza in oltre 50 Paesi. Siamo parte organica di un partito comunista mondiale con un programma per il rovesciamento del capitalismo mondiale da parte della classe operaia internazionale.
Per un intero periodo storico, i comunisti hanno nuotato controcorrente. Negli ultimi decenni, l’organizzazione che ci ha preceduto – la Tendenza marxista internazionale e la sua sezione svizzera, la scintilla – ha preservato le idee del marxismo in tutto il mondo, costruendo un primo nucleo di marxisti. In questo modo sono state gettate le prime basi di un partito rivoluzionario.
Oggi la situazione comincia a ribaltarsi. Ci sono milioni di nuovi comunisti, forgiati dalla crisi globale del capitalismo, tra cui migliaia in Svizzera.
Sono spinti verso il comunismo non per via dei libri, ma dall’istinto. Sono spinti da un odio bruciante verso i capitalisti parassiti, l’establishment, la disonestà borghese e l’intero status quo. Il comunismo nasce da un bisogno interiore di rovesciare l’intero sistema e di lottare attivamente.
“Non posso più sopportare questa povertà generata dal sistema, non posso più sopportare che il 10% della popolazione rubi costantemente agli altri che lavorano davvero, non posso più sopportare che dobbiamo pagare per cose che considero diritti umani. So che ci sono prove che il comunismo può funzionare e sogno un giorno in cui le persone non siano più sfruttate da una minoranza e possano davvero trarre il meglio dalla loro vita”.
“Non posso più stare a guardare mentre i miei cari, i lavoratori del mondo e la Terra stessa vengono messi a morte dal capitalismo”.
È la voce autentica di questo strato sociale. Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto centinaia di richieste di adesione di questo tipo.
Ma da soli e senza le idee del marxismo, questi comunisti sono impotenti. L’odio di classe, il desiderio di azione e lo spirito di iniziativa di questo nuovo strato di combattenti di classe devono essere fusi con le idee del marxismo. Organizzati come un partito di quadri marxisti, possiamo svolgere un ruolo centrale nelle lotte che verranno.
Ecco perché il compito principale dei comunisti oggi è quello di reclutare con la massima urgenza i prossimi potenziali comunisti, di coinvolgerli direttamente nell’attività e di armarli con le idee del marxismo.
Il congresso di fondazione del PCR si pone l’obiettivo di raddoppiare il numero degli iscritti al partito in un anno. Questo sarà un passo importante nella storia del comunismo in Svizzera.
Cosa fa un comunista?
Nelle parole di Lenin, un comunista “ideale” è come un “tribuno popolare che sa reagire contro ogni manifestazione di arbitrio e di oppressione, ovunque essa si manifesti, … che sa approfittare della minima occasione per … spiegare a tutti e a ciascuno il significato storico e mondiale della lotta emancipatrice del proletariato”. (Cosa fare?)
Oggi, ovunque, si moltiplicano le situazioni che richiedono davvero che qualcuno si alzi, smascheri il sistema e difenda il programma comunista. Questo è esattamente ciò che stanno facendo i comunisti del PCR. Quando ogni compagno diventerà un tribuno marxista a tempo pieno, potremo raggiungere e reclutare questo nuovo strato di comunisti.
Oggi ci sono potenziali comunisti ovunque in Svizzera, in ogni università, in ogni liceo, in ogni grande azienda, in ogni quartiere. Ma sono isolati e atomizzati. Pensano di essere soli e tengono la testa bassa.
Un comunista scava con tutte le sue forze fino a raggiungere questi combattenti, li trova, li recluta e li mette al lavoro. Un comunista porta la bandiera del comunismo il più in alto possibile, si fa notare sempre e ovunque con le nostre idee.
Un comunista coglie ogni opportunità per diffondere il programma comunista a quante più persone possibile. Un comunista può, ad esempio, trovare nuovi potenziali compagni facendo un coraggioso discorso pubblico – collegando il massacro di Gaza, il comunismo e la costruzione del PCR – davanti a una stazione ferroviaria con un megafono.
Un compagno, ad esempio, ha tenuto un discorso esemplare nella sua scuola di teatro. Il capitalismo in declino sta distruggendo il settore culturale. Avvertendo la radicalizzazione che si cela dietro il pessimismo e la disillusione, questo compagno ha preso la parola: “Ho spiegato loro che era giunto il momento di rompere con il nostro pessimismo, che potevamo affrontare il mondo reale e cambiarlo, perché non siamo soli. Il cambiamento sta arrivando, dobbiamo organizzarci oggi”. Il compagno ha quindi cercato di reclutare i migliori compagni studenti e di creare con loro una cellula PCR nella sua scuola di teatro.
I comunisti imparano a trasmettere le idee del marxismo in un linguaggio accessibile e basato sull’esperienza di vita dei lavoratori.
Il PCR non è un club di dibattito. Non commentiamo da bordo campo. I comunisti lottano a fianco della classe operaia e di tutti gli oppressi. Per i comunisti è ovvio che dobbiamo intervenire con energia nelle manifestazioni, nei movimenti e negli scioperi.
Ma i comunisti non si limitano ad aggiungere qualche militante in più alla massa del movimento. Un comunista non dice ai lavoratori ciò che già sanno, ma porta il programma comunista nel movimento. I comunisti indicano pazientemente la strada da seguire, difendono gli interessi generali della classe operaia nelle lotte parziali e spiegano in termini concreti la necessità che la classe operaia prenda il potere attraverso la rivoluzione comunista.
È per questo che i comunisti sono i combattenti più avanzati nei movimenti e negli scioperi. La “sinistra” che ci critica perché costruiamo il partito e non il movimento non fa altro che mascherare il fatto che non sta indicando al movimento una strada da seguire. La classe operaia ha bisogno di una leadership comunista. È il capitalismo che costringe le persone a lottare e crea il movimento. Oggi, come parte del movimento, dobbiamo costruire un partito di quadri solidamente costituito con le idee giuste – la spina dorsale di un partito comunista di massa.
I movimenti, gli scioperi e le lotte di oggi sono molto al di sotto del loro potenziale. Molta rabbia, odio e spirito di lotta rimangono inespressi. I leader riformisti delle organizzazioni di massa che frenano la classe operaia ne sono responsabili. Il PCR è oggi una minoranza molto piccola e non può rimediare agli errori dei riformisti. Ma in alcuni casi specifici, quando la situazione è davvero necessaria, possiamo avviare delle lotte. In questi casi, i comunisti colgono le opportunità con entrambe le mani.
Alcuni compagni, ad esempio, hanno notato la crescente rabbia contro l’oppressione delle donne nella loro generazione. Ma i leader del movimento operaio hanno completamente ignorato l’8 marzo (Giornata per i diritti della donna) nella loro città. I compagni hanno preso in mano la lotta e hanno organizzato una manifestazione. Di conseguenza, hanno raddoppiato la loro sezione locale.
Un comunista recluta e costruisce il partito. Per farlo, ha bisogno, in primo luogo, di capire che tutte le nostre attività sono subordinate all’obiettivo di costruire il partito, in secondo luogo, di chiarezza di idee e, infine, di “audacia, più audacia e sempre audacia”, come diceva Danton.
Mettere il partito nelle mani dei nuovi comunisti
Un nuovo strato di combattenti di classe comunisti vuole lottare ora. Questi combattenti non scherzano. Dal momento in cui incontrano il PCR per la prima volta, inizia un conto alla rovescia. Stanno mettendo alla prova il nostro partito. È davvero possibile che il PCR sia finalmente lo strumento che mi permetterà di uscire dal mio isolamento e di assumermi la responsabilità della rivoluzione? Il PCR è davvero un partito che prende sul serio la rivoluzione e ha risposte serie, profonde e concrete ai problemi più urgenti, e non solo superficialità e luoghi comuni?
Questi attivisti sono stati ingannati e raggirati da tutti. Nessun partito o organizzazione ha finora indicato loro la via della rivoluzione e tutti li hanno condannati a un’osservazione passiva o a un vuoto attivismo. Il risultato è una sana sfiducia nei confronti di tutti i partiti, dietro la quale si nasconde una genuina volontà rivoluzionaria.
Dobbiamo dimostrare che non siamo un circolo di discussione, che come comunisti all’interno del PCR ognuno può assumersi immediatamente la piena responsabilità della lotta rivoluzionaria. Dobbiamo dimostrare che vale la pena lottare come membri del PCR, che abbiamo le idee giuste che indicano una via efficace verso una rivoluzione vittoriosa.
I comunisti hanno totale fiducia nella classe operaia, nel suo senso del sacrificio e nella sua capacità di rovesciare questo sistema e costruire una società nuova. Abbiamo davanti a noi la potenziale avanguardia di questa classe. Va da sé che i comunisti devono abbandonare ogni scetticismo su questo strato. Sono queste persone, armate delle nostre idee, che costruiranno il PCR.
I comunisti devono comprendere l’urgenza, l’odio di classe e il desiderio di azione di questa potenziale avanguardia rivoluzionaria, interiorizzare questi temi, rifletterci su e riempirli di idee e spiegazioni: “Quello che senti è vero. È giunto il momento di rovesciare i capitalisti. Dobbiamo agire ora se vogliamo ottenere una rivoluzione vittoriosa nel corso della nostra vita. Non sei solo. Fai parte di questo grande strato di comunisti. Stiamo organizzando cellule comuniste ovunque. Abbiamo bisogno di te per questo. Il PCR è il tuo partito. Noi ti diamo le idee e gli strumenti per iniziare la lotta contro il capitalismo”.
I comunisti danno subito delle responsabilità ai prossimi comunisti, non liste prestabilite con compiti limitati, ma vere e proprie responsabilità per la costruzione del partito comunista. Ad esempio, non ci limitiamo a mettere qualche adesivo in mano a un nuovo compagno, ma gli chiediamo come può creare una cellula del PCR nel suo liceo e come possiamo aiutarlo a farlo.
Le persone di questo nuovo strato sociale portano con sé un enorme spirito di lotta e di iniziativa. Dobbiamo guidarlo con le idee giuste. Questo inizia con la comprensione del potenziale del lavoro comunista. Se i comunisti che dovrebbero essere isolati capiscono che non sono soli nella loro scuola o altrove, che ci devono essere altri come loro, che questo sistema sta producendo ogni giorno nuovi combattenti di classe, allora troveranno modi creativi per raggiungerli e saranno in grado di reclutarli.
I comunisti danno spiegazioni profonde e vere, non pretendono scorciatoie, e ispirano i nuovi compagni ad appropriarsi delle risposte da soli, fornendo loro il materiale necessario. Spieghiamo pazientemente, concretamente e in modo equilibrato l’intero percorso verso la rivoluzione; la crisi esistenziale del sistema e il potenziale del comunismo, la crisi della leadership del proletariato, la possibilità di giocare un ruolo nelle prossime lotte se organizziamo l’avanguardia comunista e la formiamo al marxismo il più rapidamente possibile. Diciamo apertamente ciò che è necessario: non un attivismo cieco, ma un’organizzazione di quadri marxisti. I comunisti hanno bisogno del marxismo nella sua interezza.
Il marxismo
La teoria marxista non è un dogma, ma la nostra guida all’azione. Il marxismo è l’arma per tutto il lavoro di ogni comunista, sempre e ovunque. Con il marxismo, ogni comunista diventa un rivoluzionario che pensa e agisce in modo autonomo.
Il marxismo fa la differenza tra un comunista che disprezza lo status quo, ma non vede vie d’uscita e sprofonda nella depressione o in un attivismo cieco, e un comunista che comprende le leggi della storia, che vede la tempesta della lotta di classe scatenarsi sotto la superficie dell’apparente stabilità svizzera, e che si avvicina alla costruzione del partito con ottimismo rivoluzionario e vi mette tutta la sua energia, mettendo in campo la sua iniziativa.
Il marxismo ci dà la profondità e la fermezza necessarie per lavorare quotidianamente come tribuno del popolo; la profonda comprensione della guerra in Palestina, che ci permette di dare a un breve e pertinente discorso pubblico la necessaria forza d’urto in termini di contenuto; la comprensione storica e materialista dell’oppressione delle donne, che ci permette di argomentare solidamente in una dimostrazione “viola” perché la lotta di classe rivoluzionaria è l’unica via da seguire
Il marxismo solleva il nostro sguardo al di sopra degli angusti ostacoli della vita quotidiana. Rivela il funzionamento interno dell’intera storia umana. Ci fornisce il metodo filosofico vivente per affrontare correttamente i fenomeni della natura e spiegare il mondo intero da solo, senza alcun residuo di misticismo, religione o superstizione.
Questo non significa affatto che i comunisti debbano finire di assimilare l’arma del marxismo nelle loro aule di studio prima di poterla applicare nella pratica. Non si può imparare a nuotare senza buttarsi in acqua.
I comunisti imparano il marxismo nella pratica della costruzione del partito: difendendo il programma comunista in una manifestazione, cercando di convincere i compagni di classe a unirsi a noi o facendo un discorso alla stazione ferroviaria. È anche il luogo in cui vediamo più chiaramente ciò che non abbiamo ancora capito e ciò che dobbiamo ancora approfondire e leggere.
E i comunisti imparano a conoscere il marxismo leggendo autonomamente e discutendo queste idee con tutti i loro compagni e amici. Oltre a “il Comunista”, la rivista teorica “Falce e Martello”, i siti web del PCR e dell’ICR e i classici marxisti sono le nostre fonti principali.
I comunisti non aspettano nessuno. Prendono in mano la loro formazione, aprono lo scrigno del marxismo e vi si immergono.
Centralità democratica
Soli e isolati, migliaia di potenziali comunisti sono impotenti. Uniti in un partito disciplinato con le idee giuste, diventeremo una forza nella storia. Solo insieme abbiamo il potere di colpire.
Operiamo secondo i principi del centralismo democratico. Non siamo democratici di base o federalisti. La frammentazione anarchica porta solo alla paralisi. Il PCR ha una direzione democraticamente eletta. Il suo compito è quello di unificare il partito sulla base di idee corrette e di guidarlo verso i prossimi compiti. In questo modo, ogni compagno diventa un membro autonomo che pensa e agisce nell’insieme coerente del partito.
Il PCR non è un’organizzazione burocratica. L’unità dei partiti gestiti burocraticamente da riformisti e stalinisti è una farsa, perché la responsabilità non è dei membri, ma solo dei burocrati. La vera unità d’azione può essere raggiunta solo attraverso la piena libertà di discussione, attraverso una comprensione comune del programma, delle prospettive e dei compiti.
Solo la forma organizzativa del centralismo democratico può imbrigliare l’energia e l’iniziativa dei singoli comunisti, indirizzarli e quindi dar loro una forza d’urto. Con una buona leadership politica e membri attivi, riflessivi e impegnati, il centralismo democratico è come una lente convergente: concentra i singoli raggi di luce, li dirige verso un punto focale e moltiplica così la forza di ciascun raggio.
“Il comunista”
Il nostro giornale “Il Comunista” è proprio questa lente convergente. È il nostro organo centrale. Unisce i comunisti, li guida, li forma e rende così ogni comunista adatto alla lotta.
Con “Il Comunista”, ogni comunista può reclutare i prossimi comunisti, attirarli nel lavoro e formarli: è la bandiera e fornisce le idee per distinguersi come comunista; riflette lo stato d’animo della classe operaia e in particolare dei suoi strati più avanzati; mostra che i comunisti non sono soli; fornisce un orientamento nell’attuale periodo di svolte brusche e repentine e il materiale per scrivere un discorso pubblico conciso; getta un ponte tra il genocidio di Gaza, il comunismo e la costruzione del partito; è la fonte primaria di formazione teorica; raccoglie le migliori iniziative del lavoro di tutto il partito e impara dalla pratica di tutti; ispira i metodi di lotta ed è la migliore prova che il PCR è un partito di lotta e non un club di discussione.
I gruppi di base del PCR sono gli organi fondamentali del partito. Il cuore della sezione è il lavoro di reclutamento di tutti i compagni e la loro formazione come quadri. La sezione locale impara da questo lavoro e risponde a tutte le domande che sorgono. Il suo scopo è quello di permettere ai compagni di reclutare e formarsi a vicenda attraverso il loro lavoro e le loro domande. Ogni membro del partito è tenuto a portare il proprio lavoro e le proprie domande politiche alla riunione settimanale del gruppo locale.
Le finanze rivoluzionarie
Il nostro obiettivo è il rovesciamento della borghesia. Per questo motivo siamo totalmente indipendenti finanziariamente dalle altre classi sociali. Riformismo significa sottomissione alle condizioni dei capitalisti. La dipendenza finanziaria del riformismo dalla classe dirigente, dai fondi parlamentari e dai ricchi donatori, ne è un esempio. Per noi questo è fuori discussione. Siamo finanziati dalle quote e dai sacrifici dei comunisti e dei simpatizzanti.
Dare qualcosa senza ricevere immediatamente almeno un equivalente in cambio è al di là del ristretto orizzonte morale della borghesia. La psicologia di noi comunisti non ha nulla a che fare con questa etica capitalista individualista. Con il PCR/ICR stiamo costruendo l’embrione dello strumento di cui la classe operaia internazionale ha bisogno per liberarsi. I comunisti trovano la loro più grande soddisfazione nel partecipare a questa costruzione. Per questo motivo paghiamo con orgoglio le nostre quote mensili.
I sacrifici finanziari hanno sempre fatto parte della lotta. I combattenti di classe fanno grandi sacrifici per una grande causa. I primi sindacati non avrebbero mai visto la luce se i lavoratori non avessero contribuito con una parte dei loro magri salari al collettivo. I lavoratori possono contare solo sulle proprie risorse. Noi possiamo finanziare il nostro partito solo con una moltitudine di piccoli contributi.
Dietro a tutto ciò che facciamo c’è un esercito di attivisti impegnati e volenterosi. Ma il nostro lavoro non può essere svolto solo da volontari. Abbiamo bisogno di un apparato di rivoluzionari professionisti per guidare il nostro lavoro e portarlo al massimo livello possibile. Ecco perché, proprio come il Partito bolscevico di Lenin, abbiamo compagni che lavorano a tempo pieno per il partito.
Per noi l’internazionalismo non è una frase vuota. Stiamo costruendo una sezione di un partito mondiale. Solo così possiamo lottare per il successo della rivoluzione socialista mondiale nel corso della nostra vita. Il comunismo è internazionale – o non è nulla. Ecco perché ogni compagno paga una quota di iscrizione internazionale.
Nel 1935, Trotsky spiegò ai giovani comunisti francesi: “Nella misura in cui avrete una chiara visione teorica delle cose, avrete anche la volontà politica di realizzarle. Se volete fortemente riuscire in ciò che avete chiaramente compreso, allora sarete anche in grado di trovare i mezzi per farlo”.
Per il nuovo mondo
Il mondo capitalista è gravido di un nuovo mondo comunista. Questa nascita significa la più profonda rivoluzione nella storia dell’umanità.
Per la prima volta, la lotta “animale” per la sopravvivenza avrà fine. Le relazioni tra gli esseri umani saranno purificate da ogni costrizione e oppressione. La personalità umana fiorirà. Questo è ciò per cui stiamo lottando, e niente di meno: un paradiso in terra.
Una nuova generazione di persone libere guarderà alla nostra epoca come a un passato lontano e la considererà parte della preistoria dell’umanità.
Il compito della nostra generazione è quello di gettare nella pattumiera della storia, una volta per tutte, tutta la vecchia merda della società di classe. Questa lotta, la più dura che ci sia, richiederà da noi tutto ciò che abbiamo.
Eppure diciamo senza esitazione: è una gioia vivere in questo tempo! Siamo gli ostetrici della nascita di un nuovo mondo.
Suisse — ✏ la scintilla svizzera — 29. 01. 2024
Nord America — ✏ Revolutionary Communists of America — 17. 11. 2024
Nord America — ✏ Alan Woods, marxist.com — 08. 11. 2024
Medio Oriente — ✏ Jorge Martin, marxist.com — 02. 10. 2024
sciopero — ✏ Dario Dietsche, Berna — 21. 08. 2024