Mercoledì 11 novembre, poi ancora sabato 20 gennaio, erano migliaia le persone scese in piazza a Bellinzona per manifestare contro il preventivo cantonale per il 2024 che prevedeva tagli agli enti e ai servizi sovvenzionati dallo Stato, nonché agli stipendi e alle pensioni dei lavoratori del settore pubblico.
Questi tagli alla spesa pubblica erano previsti nello stesso momento in cui arrivavano riduzioni alle imposte sul reddito per i più ricchi.
In Ticino ed in Svizzera la povertà è in aumento. I settori toccati dai tagli non solo aiutano le persone in difficoltà finanziaria, ma sostengono settori particolarmente sotto pressione, come il settore socio sanitario che è uscito dalla pandemia in condizioni precarie.
Queste due misure mostrano in modo evidente che il governo rappresenta gli interessi della classe dominante. Dopo aver celebrato a parole il lavoro condotto dai lavoratori del settore della sanità durante la pandemia, nulla è stato fatto per migliorare le loro condizioni di lavoro che si deteriorano da anni, anzi ora il governo si appresta a peggiorarle.
Mentre i servizi pubblici fondamentali come la sanità e l’educazione arrancano, i ricchi diventano sempre più ricchi. In particolare il Ticino è il cantone dove questa disuguaglianza è aumentata di più negli ultimi anni: anche senza le concessioni previste per i ricchi, sono molti i miliardari che si sono trasferiti nel cantone negli ultimi anni.
I soldi per garantire dei servizi pubblici di qualità esistono ma sono mal distribuiti e il governo non ha intenzione di correggere questa diseguaglianza, anzi peggiora il divario. Questi non sono che alcuni degli elementi che spingono le persone a scendere in piazza per chiedere al governo di smettere con la politica di tagli ai servizi sociali e di concessioni ai ricchi.
Questo preventivo è stato approvato il 7 settembre scorso con due sole modifiche: sono state soppresse la misura che richiedeva un contributo del 2% ai dipendenti (contributo che viene definito di solidarietà, ma questa “solidarietà” è solo pressione sui lavoratori per rinunciare ad una parte del loro salario) e l’abolizione dei sussidi per la cassa malati. Sono state mantenute delle misure che mettono in difficoltà i lavoratori del settore pubblico, in particolare gli insegnanti, come la non sostituzione del personale partente ed il mancato riconoscimento del rincaro. Le misure di risparmio toccano inoltre altri settori fondamentali come il trasporto pubblico, le case per anziani e gli istituti sociali.
I sindacati, insoddisfatti dell’esito finale hanno comunicato che mantengono l’appello allo sciopero il prossimo 29 febbraio. In tale contesto la sola risposta è la lotta organizzata dei lavoratori, con i metodi della lotta di classe.
Il governo può fare orecchie da mercante di fronte a delle proteste fatte alle porte del palazzo delle Orseline il sabato pomeriggio, ma non può ignorare dei lavoratori organizzati che scioperano per richiedere delle condizioni di lavoro e delle retribuzioni degne: proprio perché il ruolo dei lavoratori nella società è farla funzionare per intero, con uno sciopero i lavoratori possono far valere la loro forza dimostrando il potenziale combattivo e rivoluzionario della loro classe.
A Ginevra per esempio, quest’estate ha avuto luogo uno sciopero di mezza giornata dei lavoratori dell’aeroporto che, grazie alla loro combattività, hanno ottenuto le loro rivendicazioni di sospendere il peggioramento dei loro salari e dei benefici: se lo sciopero fosse continuato più a lungo avrebbero potuto ottenere ben più che il rinvio delle misure di austerità.
Sempre a Ginevra, in un contesto di fermento sociale ed esplosione degli scioperi, i lavoratori dei trasporti pubblici ginevrini hanno ottenuto migliori condizioni di lavoro dalla direzione dopo la minaccia di iniziare uno sciopero.
E ancora gli insegnanti delle medie hanno dato prova di grande combattività e di volontà di continuare la lotta, nonostante le minacce del consiglio di stato ginevrino che di fatto ricorreva a misure antidemocratiche per sabotare la lotta. Questi lavoratori mostrano che anche in Svizzera si può e si deve manifestare in questo modo per far valere le proprie rivendicazioni di condizioni di lavoro e retribuzioni degne.
Inoltre questa questione non riguarda solo i lavoratori direttamente toccati dai tagli, ma tutte le persone che usufruiscono dei servizi dello stato. Lo sciopero avrebbe il potenziale di coinvolgere moltissimi lavoratori di diversi settori. Ed è evidente per i manifestanti con cui abbiamo discusso che la questione non si limita ai tagli del preventivo 2024, ma che la classe lavoratrice è sotto attacco costantemente e lo sarà sempre di più negli anni a venire, la crisi del capitalismo è globale e si infittisce.
Un esempio è la discussione avuta con delle ragazze alla manifestazione sulla condizione delle donne in Svizzera. Una conseguenza dei tagli ai sussidi cantonali è un aumento del lavoro a carico delle donne che si occupano tradizionalmente del lavoro di cura dei figli e di amministrazione della famiglia. Questo peggioramento delle condizioni delle donne è l’ennesimo dopo l’aumento dell’età di pensionamento per esempio. Eppure dal 2019 lo sciopero delle donne è un movimento di massa, che ha assunto dimensioni storiche in Svizzera, con migliaia di persone combattive che scendono in piazza per rivendicare la fine delle discriminazioni basate sul genere.
Questo non è che un esempio del fatto che i lavoratori non subiscono in modo passivo questa crisi e le manovre della classe dominante per spostare i costi della crisi del loro sistema sulle spalle della classe lavoratrice. Ovunque nel mondo si osservano lotte sempre più combattive contro questo sistema, i movimenti di rivolta popolari che scuotono la Francia sempre più frequentemente (gilets jaunes, movimento contro la riforma delle pensioni, movimento degli agricoltori,..), gli scioperi di massa in Inghilterra degli ultimi anni e gli scioperi di settore negli Stati Uniti di quest’estate, o ancora la rivolta del popolo dello Sri Lanka che nel 2021 sollevandosi contro l’inflazione record ha cacciato il suo governo. La lampante ipocrisia delle classi dirigenti sulla questione palestinese dopo il 7 ottobre per esempio ha fatto emergere un movimento di massa internazionale in sostegno al popolo palestinese oppresso e una disillusione sempre crescente negli organi nazionali e internazionali che in questo contesto di crisi mostrano la loro natura di classe.
Quello che manca è una direzione combattiva, come mostra per esempio l’atteggiamento dei sindacati che rappresentano gli insegnanti in sciopero a Ginevra. Molti scioperanti, alla domanda su come proseguire la lotta si sono dichiarati pronti a sfidare le requisizioni forzate del governo, che nel suo sforzo di interrompere lo sciopero obbliga gli insegnanti scioperanti a partecipare alle valutazioni cantonali, con la minaccia di importanti multe. Si tratta di attacchi lampanti al diritto di scioperare, ma le direzioni sindacali hanno tradito la volontà dei manifestanti e hanno chiesto loro di non sfidare le requisizioni, mentre cercano di negoziare con un governo che si è mostrato ostile alle domande dei lavoratori.
Il lavoro dei sindacati e degli organizzatori della manifestazione contro i tagli è fondamentale per organizzare la lotta dei lavoratori, ma i comunisti devono intervenire per dare risposte ai giovani ed ai lavoratori che partecipano alle manifestazioni preoccupati non soltanto per i tagli del preventivo 2024, ma anche per la degradazione generale delle condizioni che mettono in pericolo il loro futuro.
In questo contesto i comunisti devono poter intervenire con forza e determinazione additando i veri responsabili della crisi, mostrando che si tratta di un sistema in crisi e che la sola soluzione è il rovesciamento del sistema attuale e promuovere i metodi della lotta di classe per riuscirci. Siamo i garanti della storia delle lotte operaie degli ultimi secoli, da cui abbiamo tratto gli insegnamenti che possiamo applicare alle lotte attuali per liberare l’umanità dalle catene del capitalismo. Dobbiamo intervenire nei movimenti di lotta di massa per dirigerli verso la rivoluzione proletaria. Questi movimenti si avvicinano e noi della Tendenza Marxista Internazionale ci stiamo preparando in più di 60 paesi, organizzando e formando gli strati più avanzati della classe operaia e degli studenti. Molte persone già oggi non vedono prospettive nel capitalismo se non una rivoluzione proletaria per instaurare il comunismo e la pianificazione dell’economia secondo i bisogni di tutti e non gli interessi di profitto di pochi. E il modo per ottenerlo è con l’attività di un’organizzazione comunista internazionale che si basa sui metodi bolscevichi che hanno portato al successo dell’unica rivoluzione proletaria riuscita, la rivoluzione Russa del 1917.
Se sei d’accordo con queste prospettive, devi organizzarti con noi comunisti della Tendenza Marxista Internazionale e aiutarci a fondare il Partito Comunista Rivoluzionario svizzero! In quanto comunisti organizzati possiamo avere un impatto sui movimenti di massa. Questo significa che devi organizzare i comunisti attorno a te ed intervenire in ogni lotta, come quella del 29 febbraio, in sostegno alle rivendicazioni dei lavoratori e difendendo il programma comunista e la prospettiva più larga di emancipazione dal capitalismo. Rifletti a cosa puoi fare per costruire il partito, contattaci e organizzati con noi!
Suisse — ✏ la scintilla svizzera — 29. 01. 2024
Nord America — ✏ Revolutionary Communists of America — 17. 11. 2024
Nord America — ✏ Alan Woods, marxist.com — 08. 11. 2024
Medio Oriente — ✏ Jorge Martin, marxist.com — 02. 10. 2024
sciopero — ✏ Dario Dietsche, Berna — 21. 08. 2024